mercoledì 2 settembre 1998

Il disturbo narcisistico di personalità.

Il disturbo narcisistico di personalità.
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Il disturbo narcisistico di personalità.
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""" NARCISO.

Il protagonismo, il presenzialismo, lo sgomitamento per apparire,  la capacità di manipolare gli altri e i loro sentimenti sono le tante, pericolose facce del narcisismo.

Privo di empatia, centrato solo su se stesso, il narcisista usa e butta via, si attribuisce meriti non suoi, non si assume responsabilità, non si pone il problema del confine tra il bene e il male,  segnala lo psichiatra americano Scott Peck.

E non soffre per il dolore che provoca. Visto in quest'ottica, il mondo ci può fare paura: è narcisista la rockstar che vive dei fan in delirio, il politico  che seduce l'elettorato per ottenerne il consenso, il grande finanziere alla Michael Douglas, che nel sequel di Wall Street usa la figlia e il suo compagno per dimostrare a tutti di essere il migliore.

Ma il narcisista è soprattutto un serial killer psicologico, capace di distruggere il 90% delle persone che hanno a che fare con lui.
 
Che fare, allora? Fuggire?

No, dobbiamo imparare a riconoscerlo, a difenderci e a convivere con lui senza danni.
 
Piccola guida pratica.

I SEGNALI.

Riconoscerli narcisista? Del tipo "basta parlare di te, ora parliamo di me", con cui è incredibilmente difficile vivere?

Tuttavia riconoscerli è meno facile di quello che sembra,

"In certi casi il loro comportamento sembra seduttività o addirittura carisma.
 
Nella realtà si tratta di persone egocentriche, pronte a mentire, a sfruttare il tuo corpo e il tuo sapere.

In cambio, ti concedono il diritto di ammirarli. In una relazione non hanno progetti, se non quello di sentirsi speciali. Ci sono due tipi di narcisisti: uno esibizionistico, consapevole o inconsapevole, perciò più facile da individuare perché coltiva in maniera plateale la propria onnipotenza e desidera l'invidia degli altri, e uno nascosto, ipervigile.
 
C'è l'istrione che gesticola, litiga e si crea un pubblico.

C'è l'isterico che piange, cerca di ottenere compassione. Questi modelli sono molto televisivi. Ma è il web che esalta l'onnipotenza con il mito dell'interconnessione e l'infinità dei contatti".
 
Perciò, quando vediamo uno che si sente il migliore, il più desiderato dovrebbe scattare un campanello d'allarme. E invece? "Spesso siamo complici involontari del narcisista, un po' perché lo ammiriamo e vorremmo essere come lui un po' perché ci sentiamo gratificati dalla sua attenzione, e un po' perché speriamo di cambiarlo con la nostra dedizione".
 
Per riconoscere il narcisista bisogna osservare le persone che fanno parte della nostra vita:
 
"Certi atteggiamenti, come il disprezzo per gli altri, il perfezionismo ossessivo, l'ansia di controllo, la mancanza di scrupoli sono tipici. Come pure chiedere continue prove di fedeltà mai contraccambiate".
 
Deve essere chiaro che il narcisista non è felice: vive di emozioni riflesse, non riesce a innamorarsi, a
uscire da un atteggiamento "consumistico".
 
Al primo no, può cadere in depressione, avere esplosioni di rabbia. Non c'è dubbio che sia pericoloso.

LE REGOLE DA SEGUIRE.
 
Arginarli, chiediamoci subito: "Che cosa vuole da me?" Ecco una serie di regole per uscire sani e salvi dal contatto con un narcisista:

1. Non sperate di cambiarli. Sono convinti di avere ragione, perciò non fanno autocritica. Devono avere l'ultima parola. Lasciategliela.

2. Sul lavoro, niente aspettative. Non pensate di essere compresi per ciò che fate, per il tempo che dedicate, per la fatica: non immaginate di trovare solidarietà. Semplicemente il narcisista non li vede. Siete voi che dovete essere assertivi. Esempio: state risolvendo un problema urgente e non avete ancora pranzato.
Pensate: si renderà conto che devo ancora mangiare? No. Siete voi a doverlo dire e presidiare il vostro spazio, difendere i vostri diritti.
 
3. Non badate alle loro giustificazioni. La colpa è sempre degli altri. Criticarli può avere un effetto boomerang. Piuttosto, seguite i vostri obiettivi lasciandogli la scena: sono interessati solo a quella.

4. Non fatevi manipolare. I narcisisti sfruttano la vostra capacità di empatia per ottenere il massimo. Smettete di sentirvi in debito.

5. Fate ricorso alla rabbia assertiva. I narcisisti suscitano inevitabilmente rabbia. È sbagliato lasciarsi sopraffare dalla collera, ma anche reprimerla e rimuginarci sopra. Difendete le vostre convinzioni e siate irremovibili nelle vostre scelte.

6. Non diventate come loro. L'egoismo genera egoismo. Se avete un narcisista tra i vostri amici, non smascheratelo. Ma fategli capire che potete anche smettere di  frequentarlo.

7. Prendete il buono che c'è in loro. In un gruppo tendono a imporre la loro volontà, ma spesso sono anche divertenti. A volte hanno buone intuizioni, diventano capi d'azienda, uomini d'affari. L'importante è mantenere la propria capacità di giudizio.

L’ANALISI:
 
"Chi ha come compagno un narcisista deve sviluppare un egoismo sano e una forte indipendenza. Lui è un divo, un seduttore, l'ammirazione non gli basta mai, non ha tempo per coltivare una relazione.

L'unico modo per creare gli anticorpi è non avere bisogno di lui e non sviluppare meccanismi di dipendenza. Non pensare che lui cambierà per amore". C'è un momento di illusione pericolosa, all'inizio di ogni storia, un momento di aspettative e di scelte. "Non bisogna rinunciare al lavoro, alle amicizie, agli interessi, non bisogna sacrificare le proprie autonomie costruirsi un mondo. Questo vale sempre, in ogni coppia, ma nel caso del narcisista è  indispensabile. Come è indispensabile sapere che devi stare dietro le quinte, lasciargli la scena". E poi, attenzione: il narcisismo nasce come difesa, come cura per una ferita affettiva nata probabilmente durante l'infanzia, che più tardi può diventare una vera e propria malattia, un delirio di onnipotenza e autosufficienza.
 
"Stare accanto a un narcisista significa capire quando la frustrazione lo spinge verso una pericolosa deriva che porta alla depressione o addirittura alla dipendenza dalla droga, considerata una 'cura': è uno dei pochi casi in cui si riesce a intervenire con una terapia", "Ma significa anche usare il perdono, come ultima arma, per disinnescare il meccanismo della rabbia". """

Fonte Diritto e Psicologia, qui:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=463800307046180&set=a.409929972433214.102714.409891095770435&type=1&theater

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sabato 20 giugno 1998

Qual è la forza che consente al cuore di battere?

Qual è la forza che consente al cuore di battere?

Nemmeno il più eccellente cardiologo del mondo sarebbe in grado di rispondere a questa domanda.
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Qual è la forza che consente al cuore di battere?
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venerdì 19 giugno 1998

SIGNORE E SIGNORI VI PRESENTO IL SIGNORAGGIO!

SIGNORE E SIGNORI VI PRESENTO IL SIGNORAGGIO!
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SIGNORE E SIGNORI VI PRESENTO IL SIGNORAGGIO!
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 Quando la moneta e il debito erano reali le cose funzionavano così:

Io prendo dell’oro, tutte le mie riserve d’oro e visto che è scomodo girare e compravendere con lingotti d'oro, decido di stampare tanta moneta quanto oro ho. Ad ogni biglietto stampato corrisponde una eguale quantità d'oro custodita nelle mie riserve e chiunque può venire da me e scambiare la sua banconota o le sue banconote con una corrispondente quantità d'oro. La massa di moneta circolante è coperta per intero dalle riserve auree custodite nelle varie banche e chiunque può scambiare biglietti di carta per l'oro che valgono.

Se io presto questa moneta a te e tu non me la ridai, tu con quella moneta puoi comprarti tanto oro quanto vale, in un'altra banca. Quindi io ci ho perso il valore equivalente al valore della moneta che ti ho prestato. Se ti ho prestato 10.000 € e tu non me li ridai ci ho perso esattamente 10.000 €.

Oggi invece funziona così:

Prendo dei post-it, diciamo 1.000 post-it e li pago in totale 10 €; su ogni post-it ci stampo una cifra in euro, diciamo 10 €. (Valore nominale o di facciata) Ti presto post-it per un valore stampato pari a 10.000 € ma io non ho messo in quei post-it 10.000€ della mia ricchezza, ma solo 10 € più l’inchiostro e il lavoro… assumiamo indicativamente 20€ (Valore intrinseco).

Se tu non mi ridai i post-it che ti ho prestato, io quanto ho perso nominalmente? 10.000€ o 20€? E' chiaro ci ho perso solo 20€.

Ma la truffa non finisce qui...

La BCE, Banca Centrale Europea GESTITA DA PRIVATI, RICORDIAMOLO, presta allo Stato 100euro + "tasso ufficiale di sconto" 3% Quindi, praticamente, su quei 100 euro emessi, la BCE INTASCA 103 EURO.

Ma ragioniamo un attimo...

Se è solo la BCE ha stampare moneta, dove prenderemo quel 3% di interessi ('Tasso ufficiale di sconto' è la massima espressione della neolingua Orwelliana!!), dal momento che NON ESISTONO MATERIALMENTE?!?!? Se la Banca Centrale è l'unico istituto autorizzato a emettere moneta ed emette 100 ma chiede indietro 103 è ovvio che i 3 aggiunti non esistono in circolazione perchè non sono mai stati creati.

SIAMO 'OBBLIGATI' MATEMATICAMENTE A RICHIEDERE UN ULTERIORE 'PRESTITO' PERCHE' QUEL 3% NON ESISTE.

E' un sistema matematicamente studiato per generare debito MATEMATICAMENTE INESTINGUIBILE, in quanto viene generato il capitale ma non GLI INTERESSI DI CUI VIENE GRAVATO ALL'ORIGINE DA QUESTI PRIVATI. E' la spirale del debito con cui sono stati piegati e assoggettati tutti gli stati del mondo. E' il meccanismo di esproprio della proprietà collaudato dai banchieri per mezzo delle leggi firmate per loro conto dai politici. E' il più grande meccanismo di sfruttamento dei popoli, è una macchina atta a generare povertà e a raggruppare i beni materiali nelle mani di pochissimi.

LO VOGLIAMO CAPIRE CHE IL DEBITO PUBBLICO NON ESISTE E NOI SIAMO "TECNICAMENTE" E MORALMENTE I CREDITORI DI QUEI SOLDI?
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giovedì 18 giugno 1998

I tre setacci di Socrate...

I tre setacci di Socrate...
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Un giorno un uomo andò a trovare Socrate e gli disse:

"Ascolta, devo raccontarti quel che ha fatto un tuo amico."

"Ti interrompo subito", rispose Socrate.

"Hai filtrato quello che mi devi dire attraverso i tre setacci?"

Visto che l'uomo lo guardava perplesso aggiunse:

" Prima di parlare, bisogna sempre passare quello che si vuole dire attraverso tre setacci. "
 
Il primo è quello della verità:

hai verificato se è vero?"

"No, l'ho sentito dire e…

"Bene, suppongo che tu l'abbia fatto passare almeno attraverso il secondo setaccio, quello della bontà:
 
ciò che vuoi raccontare è buono?"

 L'uomo esitò poi rispose:

"No, purtroppo non è una cosa bella, anzi…"

"Mmmm…" Disse Socrate.

"Vediamo, comunque, il terzo setaccio:
 
è utile che tu mi racconti questa cosa?"
 
"Utile?

Non esattamente…"
 
"Allora non parliamone più.
 
Se quello che hai da dirmi non è né vero, né buono, né utile, preferisco non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo anche tu…" 
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Foto: Un giorno un uomo andò a trovare Socrate e gli disse:
 "Ascolta, devo raccontarti quel che ha fatto un tuo amico" 
"Ti interrompo subito" rispose Socrate: "Hai filtrato quello che mi devi dire attraverso tre setacci?"
Visto che l'uomo lo guardava perplesso aggiunse:
"Prima di parlare bisogna sempre passare quello che si vuole dire attraverso tre setacci. Il primo è quello della verità: hai verificato se è vero?"
"No, l'ho sentito dire e…
"Bene, suppongo che tu l'abbia fatto passare almeno attraverso il secondo setaccio, quello della bontà: ciò che vuoi raccontare è buono?"
L'uomo esitò poi rispose: "No, purtroppo non è una cosa bella, anzi…"
"Mmmm…" Disse Socrate "Vediamo comunque il terzo setaccio: è utile che tu mi racconti questa cosa?"
"Utile? Non esattamente…"
"Allora non parliamone più. Se quello che hai da dirmi non è né vero, né buono, né utile, preferisco non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo anche tu…" (I  tre setacci di Socrate)
I tre setacci di Socrate...
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mercoledì 17 giugno 1998

La vita non ti dà le persone che vuoi, ma ti dà solo le persone di cui hai bisogno.

La vita non ti dà le persone che vuoi, ma ti dà solo le persone di cui hai bisogno.
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La vita non ti dà le persone che vuoi...
ti dà le persone di cui hai bisogno:
per amarti, per odiarti, per formarti,
per distruggerti e per renderti la persona
che era destino che fossi.

(Albert Einstein)
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Già e così è, purtroppo, per ognuno di noi ...
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Foto: La vita non ti dà le persone che vuoi...
ti dà le persone di cui hai bisogno: 
per amarti, per odiarti, per formarti, 
per distruggerti e per renderti la persona 
che era destino che fossi.

(Albert Einstein)
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Già e così è, purtroppo, per ognuno di noi ... 
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La vita non ti dà le persone che vuoi, ma ti dà solo le persone di cui hai bisogno.
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martedì 16 giugno 1998

Se doma lu leone ma non se doma lu cafone.

Se doma lu leone ma non se doma lu cafone.

(V. Cenciarelli)
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Foto: Se doma lu leone ma non se doma lu cafone. 

(V. Cenciarelli)
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Se doma lu leone ma non se doma lu cafone.
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lunedì 15 giugno 1998

Un giorno ognuno di noi, inevitabilmente, si incontrerà con se stesso. ...

Un giorno ognuno di noi, inevitabilmente, si incontrerà con se stesso. ...

E' vero.
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Un giorno da qualche parte, in qualche posto inevitabilmente ti incontrerai con te stesso.
E questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate.

 (Pablo Neruda)
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Foto: E' vero.
Un giorno ognuno di noi, inevitabilmente, si incontrerà con se stesso. ...
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Un giorno da qualche parte, in qualche posto inevitabilmente ti incontrerai con te stesso.
E questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate.
(Pablo Neruda)
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Un giorno ognuno di noi, inevitabilmente, si incontrerà con se stesso. ...
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domenica 14 giugno 1998

Chi è bugiardo è anche ladro, e viceversa ...

Chi è bugiardo è anche ladro, e viceversa ...
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Non meravigliamoci e non teniamo in alcuna considerazione od oltre le false affermazioni, azioni o dichiarazioni di chi ci ha già dato prova di non avere nulla di buono dentro di se, dunque.

Personalmente non lo faccio più e da tanto, ma da tanto, tempo in qua e da che ho visto, individuato bene ed ho compreso che i ladri, che sono contestualmente anche dei volgari bugiardi, come i bugiardi, che sono contestualmente anche dei volgari ladri, sono così "bravi" nel mentire e nel rubare, quanto "bravi" nel cercare di camuffarsi, al fine di dare la migliore immagine di se alle ignare loro potenziali vittime; e li ho apostrofati, adeguatamente, credo, con l'appellativo di "i veri criminali od i più pericolosi delinquenti in giacca e cravatta o, se preferite, in abito e cravatta".

Dovremmo meravigliarci solo se ancora ci meravigliassimo ... di certe cose, di certe affermazioni o di chi le professa, penso io.

Il valore di ciò che viene fuori da una bocca è direttamente proporzionale al valore o, meglio, ai valori od ai disvalori che si porta dentro la persona a cui appartiene la bocca che profferisce una certa affermazione, piuttosto che un'altra, magari migliore.

Alla medesima maniera di ciò che è capace di produrre una mano, un'azione od una cattiveria, una bella azione, una disdicevole azione, una meravigliosa parola od una pessima espressione, ecc. 


Per cui, basta conoscere la pianta per saperne apprezzare od ipotizzare i frutti che sarà capace di offrirci o di produrre per noi.

E gli oleandri non hanno mai prodotto agrumi, né, tanto meno, degli ottimi agrumi, come mi diceva sempre, insegnandomelo, il mio amatissimo papà ..., ma hanno prodotto e produrranno sempre e soltanto veleni, o, meglio, degli ottimi veleni, conformemente alle loro specifiche destinazione, indole, natura e "qualità".
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Chi è bugiardo è anche ladro, e viceversa ...
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sabato 13 giugno 1998

Cchiù longa è a pinsata, cchiù grossa è a minchiata.


Cchiù longa è a pinsata, cchiù grossa è a minchiata.
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Cchiù longa è a pinsata, cchiù grossa è a minchiata.
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venerdì 12 giugno 1998

Non bisogna mai cercare ciò che non si deve, altrimenti si finisce sempre per trovare ciò che non si vuole.

Non bisogna mai cercare ciò che non si deve, altrimenti si finisce sempre per trovare ciò che non si vuole.
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Non bisogna mai cercare ciò che non si deve, altrimenti si finisce sempre per trovare ciò che non si vuole.
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giovedì 11 giugno 1998

Le decisioni migliori sono quelle prese col cuore e non con la mente.

Le decisioni migliori sono quelle prese col cuore e non con la mente.
 
Quale che sia la decisione che dovrete prendere, ricordate di seguire sempre le indicazioni che vi provengono dal vostro cuore e non quelle che vi suggerisce la vostra mente; poiché solo le scelte che scaturiscono dal cuore vanno sempre nella direzione giusta e non sono mai sbagliate o dannose, né per noi, né per gli altri. 
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Le decisioni migliori sono quelle prese col cuore e non con la mente.
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mercoledì 10 giugno 1998

La freschezza e la naturalezza non hanno prezzo ...

La freschezza e la naturalezza non hanno prezzo ...
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La freschezza e la naturalezza non hanno prezzo ...
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martedì 9 giugno 1998

Chi annànza t'onora, 'a rèto te curtèllja ...

Chi annànza t'onora, 'a rèto te curtèllja ...
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Chi annànza t'onora, 'a rèto te curtèllja ...
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lunedì 8 giugno 1998

""" Chi male pensa, male fa ... """

""" Chi male pensa, male fa ... """
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Così recita un'antica - e vera - massima di saggezza popolare italiana.

Auguro a tutti i miei veri amici ed amiche ed a tutte le persone buone del mondo di incrociare sempre una colomba bianca nel loro... cammino, in tutti i momenti di difficoltà in cui dovessero incorrere - come non gli auguro che sia mai e come è capitato a me, tante volte, di giorno e di notte, in ogni occasione in cui mi sono trovato veramente in difficoltà - poiché la colomba bianca che ci/vi incrocia o che ci/vi taglia la strada, quando meno ce/ve lo aspettiamo/ate, per farci/vi comprendere e vedere ciò che non riusciamo/ite a capire da noi/voi, è il segno più tangibile che lo Spirito Santo esiste davvero, che è al vostro/nostro fianco o dalla vostra/nostra parte e che, dunque, voi/noi siete/siamo nel giusto e nel vero, nonostante il buio che pensate/pensiamo che vi/ci circondi.

Le persone veramente oneste e pulite non sono e non saranno mai abbandonate a se stesse o sole ... anche quando erroneamente credono di esserlo, poiché c'è e ci sarà sempre Chi si occuperà di esse ... e nel più eccellente dei modi, nonostante ciò che appare e che non è ,,.
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Foto: """ Chi male pensa, male fa ... """

Così recita un'antica - e vera - massima di saggezza popolare italiana. 

Auguro a tutti i miei veri amici ed amiche ed a tutte le persone buone del mondo di incrociare sempre una colomba bianca nel loro cammino, in tutti i momenti di difficoltà in cui dovessero incorrere - come non  gli auguro che sia mai e come è capitato a me, tante volte, di giorno e di notte, in ogni occasione in cui mi sono trovato veramente in difficoltà - poiché la colomba bianca che ci/vi incrocia o che ci/vi taglia la strada, quando meno ce/ve lo aspettiamo/ate, per farci/vi comprendere e vedere ciò che non riusciamo/ite a capire da noi/voi, è il segno più tangibile che lo Spirito Santo esiste davvero, che è al vostro/nostro fianco o dalla vostra/nostra parte e che, dunque, voi/noi siete/siamo nel giusto e nel vero, nonostante il buio che pensate/pensiamo che vi/ci circondi.

Le persone veramente oneste e pulite non sono e non saranno mai abbandonate a se stesse o sole ... anche quando erroneamente credono di esserlo, poiché c'è e ci sarà sempre Chi si occuperà di esse ... e nel più eccellente dei modi, nonostante ciò che appare e che non è.
      
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""" Chi male pensa, male fa ... """
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domenica 7 giugno 1998

""" La felicità è un percorso, non una destinazione. """

""" La felicità è un percorso, non una destinazione. """
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Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, d perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno.

Non c’è momento migliore di questo per essere felice.

La felicità è un percorso, non una destinazione.

Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.

Ricordati che la pelle avvizzisce, i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.

Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.

Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza.

Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.

Finché sei vivo, sentiti vivo.

Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.

(Madre Teresa di Calcutta)
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Foto: Non aspettare di finire l’università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera,
l’estate,
l’autunno o l’inverno.
Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.

(Madre Teresa di Calcutta)
""" La felicità è un percorso, non una destinazione. """
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sabato 6 giugno 1998

Le nostre delusioni più grandi hanno sempre il volto o lo sguardo di coloro che abbiamo amato veramente o più di ogni altro ...

Le nostre delusioni più grandi hanno sempre il volto o lo sguardo di coloro che abbiamo amato veramente o più di ogni altro ...

... e, dunque, per evitarci ulteriori delusioni, ci basterà soltanto non farci altre illusioni, confidando nelle persone sbagliate.
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Le nostre delusioni più grandi hanno sempre il volto o lo sguardo di coloro che abbiamo amato veramente o più di ogni altro ...

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venerdì 5 giugno 1998

San Bonifacio - Nel suo giorno (5 giugno) la mia vita ha avuto un'importante svolta.

San Bonifacio - Nel suo giorno (5 giugno) la mia vita ha avuto un'importante svolta.
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San Bonifacio.
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Per una breve biografia del Santo, cliccate qui:

http://www.santiebeati.it/dettaglio/23300 .

Correva l'anno 1998 ed era il 5 del mese di giugno, il giorno di San Bonifacio, appunto.

In quel giorno è accaduto qualcosa che ha impresso per sempre una svolta decisiva alla mia vita, cambiandola decisamente in meglio, nonostante il necessario e doloroso travaglio attraversato. 

I dettagli, magari e se sarà il caso, ve li parteciperò un'altra volta; adesso non mi va di dirne.

Fin da piccolo ho sentito che ci sono da sempre altri e ben più efficaci strumenti di comunicazione oltre quelli che noi siamo soliti usare ordinariamente e che il Signore dei signori non manca mai di mandarci i Suoi segnali o segni, quando ci vuole bene o quando ci vuole proteggere da qualcosa o da qualcuno; e non omette mai di sbatterci in faccia o sul muso ciò che non è bene per noi e che noi non riusciamo, non sappiamo o non vogliamo vedere come pur dovremmo, per il nostro vero bene e per la nostra buona vita.

Sta a noi, poi, percepirli, capirli od intenderli per il giusto verso.

Lì per lì, sono andato quasi subito con la mente a qualcuna delle anime belle dei miei tanti avi e mi sono precipitato a rivedere l'albero genealogico di famiglia, alla ricerca di chi avesse portato il nome Bonifacio in passato, pensando che la verità rivelatami fosse opera sua; ma non ho trovato nessuno tra essi che si chiamasse Bonifacio e ci sono rimasto non poco male.

Dopo un po', però, mi è stato integrato il Segnale od il Segno, col farmi venire l'idea di andare a spulciare il calendario Gregoriano ed il dizionario dei nomi ed ho capito tutto.

Il nome Bonifacio deriva dal latino bonum e facius e significa persona che ha buon fato o, come a me piace di più, persona dal buon destino; ed il giorno di San Bonifacio è il 5 giugno.

Non ho avuto bisogno di altro per capire ciò che c'era da capire...

Aveva proprio ragione Karen Christentze Dinesen, baronessa von Blixen-Finecke, più nota come Karen Blixenche, nel suo famoso romanzo dal titolo La mia Africa, concludeva col dire:

"Quando gli dei ci vogliono punire, esaudiscono i nostri desideri";

poiché e proprio così ...
 
chi non la conoscesse, veda un po' qui chi è stata:

http://it.wikipedia.org/wiki/Karen_Blixen .

A riprova del fatto che non noi, ma solo il Cielo sa ciò che è meglio per noi o più adatto a noi e che le cose o le persone che erroneamente supponiamo siano il massimo che potevamo desiderare, molto spesso si rivelano come la nostra maggior rovina o la nostra peggior disgrazia.

Per cui dobbiamo essere sempre grati ed infinitamente riconoscenti agli dei od al Cielo, a seconda dei nostri rispettivi punti di vista, ogni qual volta constatiamo che non ci hanno voluto punire - tanto per usare le parole di Karen Blixen - poiché, al di là dell'amarezza iniziale o del senso di immeritata ingiustizia che proviamo in certi casi, ben presto ci accorgeremo che certi inspiegabili dolori sono soltanto le più belle e le più grandi benedizioni che Dio ha riservato al nostro destino.

E, se gli dei od il Cielo non ci hanno voluto punire, vuol dire soltanto che siamo nella loro grazia.

Per qualche notizia di attualità o di storia circa un bellissimo paese del Veneto che porta il nome di questo grande e poco conosciuto, sebbene straordinario, Santo, cliccate

qui: http://www.comune.sanbonifacio.vr.it/servizi/notizie/notizie_homepage.aspx ,

qui: http://diasporaclubentella.blog.tiscali.it/2011/04/22/entella-next-match-27/?doing_wp_cron ,

qui: http://www.comuni-italiani.it/023/069/ ,

qui: http://www.italiapedia.it/comune-di-san-bonifacio_Storia-023-069 e

qui: http://it.wikipedia.org/wiki/San_Bonifacio_(Italia)

Buona lettura e, soprattutto, buona riflessione a tutti.
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San Bonifacio (VR)
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giovedì 4 giugno 1998

Quando arrivi a farti odiare, sappi che è solo perché stai facendo bene il tuo lavoro.

Quando arrivi a farti odiare, sappi che è solo perché stai facendo bene il tuo lavoro.
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Quando arrivi a farti odiare, sappi che è solo perché stai facendo bene il tuo lavoro.
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mercoledì 3 giugno 1998

Ci sono solo due categorie di maestri o docenti e ci sono solo due categorie di discepoli o discenti.

Ci sono solo due categorie di maestri o docenti e ci sono solo due categorie di discepoli o discenti.
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Ci sono solo due categorie di maestri o docenti e ci sono solo due categorie di discepoli o discenti.
 
Nelle due categorie dei maestri o dei docenti troviamo, da una parte, coloro che insegnano un'arte, una materia, un mestiere o una professione limitandosi a quanto è strettamente necessario all'insegnamento od ai loro doveri, e, da un'altra parte, coloro che ci mettono il cuore in ciò che fanno.

Nelle due categorie dei discepoli o dei discenti troviamo, da una parte, coloro che cercano di apprendere un'arte, una materia, un mestiere o una professione, limitandosi a quanto è strettamente necessario al loro apprendimento, e, da un'altra parte, coloro che accompagnano il loro cercare di imparare col cuore e/o con la passione di imparare davvero e, non da meno, con la filiale devozione verso i loro maestri o docenti.
 
Solo questi ultimi, alla fine del corso di apprendimento o di insegnamento, saranno capaci o sentiranno di stringere la mano dei loro maestri o dei loro docenti nella loro mano, di guardarli intensamente negli occhi e di dirgli: e adesso camminiamo insieme verso la vita che sarà.
 
Tutti gli altri rifiuteranno quella santa mano e si avvieranno scioccamente verso la vita che sarà da soli, pensando di essere già maestri o docenti.
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Foto: Ci sono solo due categorie di maestri o docenti e ci solo sono due categorie di discepoli o discenti.

Nelle due categorie dei maestri o dei docenti troviamo, da una parte, coloro che insegnano un'arte, una materia, un mestiere o una professione, limitandosi a quanto è strettamente necessario all'insegnamento od ai loro doveri, e, da un'altra parte, coloro che ci mettono il cuore in ciò che fanno.

Nelle due categorie dei discepoli o dei discenti troviamo, da una parte, coloro che cercano di apprendere un'arte, una materia, un mestiere o una professione, limitandosi a quanto è strettamente necessario al loro apprendimento, e, da un'altra parte, coloro che accompagnano il loro cercare di imparare col cuore e/o con la passione di imparare davvero e, non da meno, con la filiale devozione verso i loro maestri o docenti.

Solo questi ultimi, alla fine del corso di apprendimento o di insegnamento, saranno capaci o sentiranno di stringere la mano dei loro maestri o dei loro docenti nella loro mano, di guardarli intensamente negli occhi e di dirgli: e adesso camminiamo insieme verso la vita che sarà.

Tutti gli altri rifiuteranno quella santa mano e si avvieranno scioccamente verso la vita che sarà da soli, pensando di essere già maestri o docenti.
        
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Ci sono solo due categorie di maestri o docenti e ci sono solo due categorie di discepoli o discenti.
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martedì 2 giugno 1998

Cafoni e cafone, gentiluomini e gentildonne.

Cafoni e cafone, gentiluomini e gentildonne.
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Il cafone rende la propria donna gelosa delle altre donne.
Il gentiluomo rende le altre donne gelose della sua donna.
Lo stesso principio vale per le cafone e per le gentildonne.
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Foto: Il cafone rende la propria donna gelosa delle altre donne.
Il gentiluomo rende le altre donne gelose della sua donna.
Lo stesso principio vale per le cafone e per le gentildonne. 
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Cafoni e cafone, gentiluomini e gentildonne.
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lunedì 1 giugno 1998

Insegnare - o, meglio, saper insegnare - è il primo e più importante mestiere, senza il quale non esisterebbero tutti gli altri mestieri.

Insegnare - o, meglio, saper insegnare - è il primo e più importante mestiere, senza il quale non esisterebbero tutti gli altri mestieri.

Ha proprio ragione mia sorella Maria Pia quando perora con convinzione questa rara verità.
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Caro professore, lei dovrà insegnare al mio ragazzo che non tutti gli uomini sono giusti, non tutti dicono la verità; ma la prego di dirgli pure che per ogni malvagio c'è un eroe, per ogni egoista c'è un leader generoso.

Gli insegni, per favore, che per ogni nemico ci sarà anche un amico e che vale molto più una moneta guadagnata con il lavoro che una moneta trovata.

Gli insegni a perdere, ma anche a saper godere della vittoria, lo allontani dall'invidia e gli faccia riconoscere l'allegria profonda di un sorriso silenzioso.
 
Lo lasci meravigliare del contenuto dei suoi libri, ma anche distrarsi con gli uccelli nel cielo, i fiori nei campi, le colline e le valli.
 
Nel gioco con gli amici, gli spieghi che è meglio una sconfitta onorevole di una vergognosa vittoria, gli insegni a credere in se stesso, anche se si ritrova solo contro tutti.
 
Gli insegni ad essere gentile con i gentili e duro con i duri e a non accettare le cose solamente perché le hanno accettate anche gli altri.
 
Gli insegni ad ascoltare tutti ma, nel momento della verità, a decidere da solo.
 
Gli insegni a ridere quando è triste e gli spieghi che qualche volta anche i veri uomini piangono.
 
Gli insegni ad ignorare le folle che chiedono sangue e a combattere anche da solo contro tutti, quando è convinto di aver ragione.
 
Lo tratti bene, ma non da bambino, perché solo con il fuoco si tempera l'acciaio.
 
Gli faccia conoscere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso.
 
Gli trasmetta una fede sublime nel Creatore ed anche in se stesso, perché solo così può avere fiducia negli uomini.
 
So che le chiedo molto, ma veda cosa può fare, caro maestro.

(Abraham Lincoln)

Dipinto: (Henri Jules Jean Geoffroy)
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Foto: Caro professore, lei dovrà insegnare al mio ragazzo che non tutti gli uomini sono giusti, non tutti dicono la verità; ma la prego di dirgli pure che per ogni malvagio c'è un eroe, per ogni egoista c'è un leader generoso.

Gli insegni, per favore, che per ogni nemico ci sarà anche un amico e che vale molto più una moneta guadagnata con il lavoro che una moneta trovata.

Gli insegni a perdere, ma anche a saper godere della vittoria, lo allontani dall'invidia e gli faccia riconoscere l'allegria profonda di un sorriso silenzioso.

Lo lasci meravigliare del contenuto dei suoi libri, ma anche distrarsi con gli uccelli nel cielo, i fiori nei campi, le colline e le valli.

Nel gioco con gli amici, gli spieghi che è meglio una sconfitta onorevole di una vergognosa vittoria, gli insegni a credere in se stesso, anche se si ritrova solo contro tutti.

Gli insegni ad essere gentile con i gentili e duro con i duri e a non accettare le cose solamente perché le hanno accettate anche gli altri.
Gli insegni ad ascoltare tutti ma, nel momento della verità, a decidere da solo.

Gli insegni a ridere quando è triste e gli spieghi che qualche volta anche i veri uomini piangono.

Gli insegni ad ignorare le folle che chiedono sangue e a combattere anche da solo contro tutti, quando è convinto di aver ragione.

Lo tratti bene, ma non da bambino, perché solo con il fuoco si tempera l'acciaio.

Gli faccia conoscere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso.

Gli trasmetta una fede sublime nel Creatore ed anche in se stesso, perché solo così può avere fiducia negli uomini.

So che le chiedo molto, ma veda cosa può fare, caro maestro.
( Abraham Lincoln)

Dipinto: (Henri Jules Jean Geoffroy)
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Insegnare - o, meglio, saper insegnare - è il primo e più importante mestiere, senza il quale non esisterebbero tutti gli altri mestieri.
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