Nulla di buono germoglierà mai da un buon seme, che ha avuto la ""ventura"" di finire su un terreno arido ...
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Leggere senza riflettere o, peggio, fare finta di leggere ed invero non leggere mai - così, non capendo o non volendo capire ciò che di buono ci viene partecipato dagli altri o dalla vita, col risultato che non ne intendiamo adeguatamente il vero senso - è come mangiare, senza gustare ciò che mangiamo o senza digerirlo.
Il corpo che non digerisce ciò che mangia è un corpo anemico.
E così pure è il corpo di chi legge senza gustare o senza riflettere su ciò che legge o su ciò che gli viene partecipato per lettura.
Le buone letture o le letture delle cose buone soggiacciono alle medesime regole della buona semina, nel senso che non basta il solo insegnamento, ma occorre anche le fertilità del terreno - nel caso, intellettuale ed etico - su cui quell'insegnamento o quella buona semina possano avere una qualche concreta possibilità di germogliare o di attecchire ... e di produrre le bontà del futuro.
Poichè, in natura, come in cultura, perchè ci siano buoni frutti, è sempre necessario il concorso, quanto meno ed almeno, di due elementi fondamentali:
1. Il buon seme, da seminare;
2. Ed un buon terreno fertile su cui quel seme possa germogliare.
Ove e se sia diversamente da così, si tratterà solo un'inutile fatica.
Poichè mai nulla di buono germoglierà o verrà fuori da un buon seme, che ha avuto la ""ventura"" di finire su un terreno arido ...
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Leggere senza riflettere o, peggio, fare finta di leggere ed invero non leggere mai - così, non capendo o non volendo capire ciò che di buono ci viene partecipato dagli altri o dalla vita, col risultato che non ne intendiamo adeguatamente il vero senso - è come mangiare, senza gustare ciò che mangiamo o senza digerirlo.
Il corpo che non digerisce ciò che mangia è un corpo anemico.
E così pure è il corpo di chi legge senza gustare o senza riflettere su ciò che legge o su ciò che gli viene partecipato per lettura.
Le buone letture o le letture delle cose buone soggiacciono alle medesime regole della buona semina, nel senso che non basta il solo insegnamento, ma occorre anche le fertilità del terreno - nel caso, intellettuale ed etico - su cui quell'insegnamento o quella buona semina possano avere una qualche concreta possibilità di germogliare o di attecchire ... e di produrre le bontà del futuro.
Poichè, in natura, come in cultura, perchè ci siano buoni frutti, è sempre necessario il concorso, quanto meno ed almeno, di due elementi fondamentali:
1. Il buon seme, da seminare;
2. Ed un buon terreno fertile su cui quel seme possa germogliare.
Ove e se sia diversamente da così, si tratterà solo un'inutile fatica.
Poichè mai nulla di buono germoglierà o verrà fuori da un buon seme, che ha avuto la ""ventura"" di finire su un terreno arido ...
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