Non è la nostra ignoranza la loro forza, quanto e piuttosto la nostra codardia, la nostra ignavia o la nostra indolenza verso gli aspetti più importanti della nostra vita e del nostro futuro.
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Il tempo di Gramsci non è il nostro tempo, sebbene la matrice del male del suo tempo - che gli ha fatto passare i guai suoi, di cui tu dici - sia la stessa del nostro tempo.
Per cui, avanti - con coraggio, fierezza e tranquillità - contro i suoi ed i nostri aguzzini.
Smascherarli e renderli innocui per sempre, perché non facciano altro male all'umanità, è il compito e la missione che il nostro tempo ha affidato alla nostra generazione ed è un compito che non possiamo ignorare ed a cui non possiamo sottrarci.
Poiché ce ne verrà chiesto e dovremo renderne conto.
Non credo che sia la nostra ignoranza la loro forza, quanto e piuttosto la nostra codardia, la nostra ignavia o la nostra indolenza verso gli aspetti più incisivi della nostra esistenza e della nostra vita; che, non tanto e non solo quando li ignoriamo, ma anche quando li appuriamo, ci smuovono gran che in direzione di una efficace protezione nostra ed altrui, caro Fabio mio.
Le adeguate diagnosi, cui non siano seguite adeguate prognosi o terapie, non hanno mai guarito alcun malato, né annientato alcuna patologia, lieve o grave che fosse.
Ma chi intende occuparsi di politica in maniera seria e ad un certo livello non può non curarsi di conoscere bene materie come l'economia politica, la politica economica, il diritto pubblico dell'economia, la finanza pubblica, la politica monetaria, ecc., ecc., più che o soltanto limitarsi alle Dottrine Politiche od alla Storia delle dottrine politiche.
Ed il problema grave che abbiamo oggi già esisteva da circa un secolo e mezzo prima che lui scrivesse i suoi Quaderni dal carcere e le altre opere.
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