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Dignità, dal latino dignitatem, astratto di dignus, che vuol dire degno o meritevole, è una parola che vuole significare la qualità, la condizione od il grado di una persona meritevole del rispetto e della considerazione dell'opinione altrui, per il suo modo di essere o di rapportarsi con gli altri.
Ma è anche la parola che si usa - e molto più frequentemente, a mio modesto modo di vedere - per definire le persone "dignitose" ossia quelle persone che hanno dignità, intesa questa volta nel solo senso del rispetto verso se stesse o che ognuno di noi deve sempre portare a se stesso, prima ancora che ad ogni altro.
Poiché nessuno potrà mai rispettare, avere stima di od amare una persona che non si rispetta da se, atteso che il suo contegno (cioè, il non rispetto di se), che costituisce la premessa logica, ne implica anche il corollario, che è dato dalla deduzione (logica, appunto) che si tratta di una persona che non potrà mai considerare, rispettare o stimare nessuno.
Solo chi è capace di considerare e di rispettare se stesso, infatti, potrà considerare e rispettare gli altri.
E, se una persona si rispetta, non lo si deduce da ciò che dice o da ciò che ama dire di se, ma da ciò che fa, da come si porta o da come conduce la sua vita di tutti i giorni.
E' solo l'azione che fa l'uomo o la donna, mi ha insegnato qualcuno che so io molti anni fa, ed è un buon insegnamento, secondo me.
E' nei nostri atti reali, nelle nostre azioni concrete e nelle nostre scelte che denotiamo chi siamo, quanto valiamo e quanto siamo capaci di rispettarci e di rispettare.
Ma è anche la parola che si usa - e molto più frequentemente, a mio modesto modo di vedere - per definire le persone "dignitose" ossia quelle persone che hanno dignità, intesa questa volta nel solo senso del rispetto verso se stesse o che ognuno di noi deve sempre portare a se stesso, prima ancora che ad ogni altro.
Poiché nessuno potrà mai rispettare, avere stima di od amare una persona che non si rispetta da se, atteso che il suo contegno (cioè, il non rispetto di se), che costituisce la premessa logica, ne implica anche il corollario, che è dato dalla deduzione (logica, appunto) che si tratta di una persona che non potrà mai considerare, rispettare o stimare nessuno.
Solo chi è capace di considerare e di rispettare se stesso, infatti, potrà considerare e rispettare gli altri.
E, se una persona si rispetta, non lo si deduce da ciò che dice o da ciò che ama dire di se, ma da ciò che fa, da come si porta o da come conduce la sua vita di tutti i giorni.
E' solo l'azione che fa l'uomo o la donna, mi ha insegnato qualcuno che so io molti anni fa, ed è un buon insegnamento, secondo me.
E' nei nostri atti reali, nelle nostre azioni concrete e nelle nostre scelte che denotiamo chi siamo, quanto valiamo e quanto siamo capaci di rispettarci e di rispettare.
Tutto il resto è soltanto convenevoleria od inutili "chiacchiere" ... , atteso che, in ogni momento dei nostri giorni ed in tutti i giorni della vita, si tratta e si tratterà sempre di scegliere se vogliamo andare a destra od a manca, come nella foto che segue - da intendersi non nel senso politico, partitico o partitocratico, ovviamente, ma solo nel senso delle scelte per noi o per la nostra vita - o se vogliamo andare per la dritta via - soggiungo io - che quasi sempre è la migliore o la più adatta a noi, al vero bene ed alla buona vita di ognuno ...
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